Caldo torrido, Pelle: “Il lavoro all’aperto degli edili deve far fronte ai cambiamenti climatici”

“Bisogna affrontare la realtà: il caldo torrido non è più un fenomeno eccezionale e limitato a qualche giorno, ma un problema con cui dovremo fare i conti sempre di più nei prossimi anni. Il caldo attanaglia le nostre città e il ministero della Salute e molte amministrazioni sconsigliano alle persone di uscire di casa. Però nei cantieri ci sono centinaia di migliaia di edili che continuano a lavorare sotto il sole cocente. È giusto che a determinate condizioni meteo l’attività lavorativa debba essere interrotta: il caldo eccessivo all’aperto è sconsigliato per le passeggiate e a maggior ragione per chi fa lavori pesanti e rischiosi”. Lo dichiara Enzo Pelle, segretario generale Filca-Cisl.

“A certe temperature – spiega – aumentano i rischi di infortuni anche gravi, e a nostro avviso quando persiste per intere o più settimane, crea condizioni ulteriori di rischio che vanno considerate. In molti cantieri si è affrontato il problema rimodulando l’orario, ma non basta. In questi periodi sarebbe opportuno pensare a una riduzione dell’orario di lavoro, da recuperare nei periodi più freschi. Bene hanno fatto alcuni enti, come Inail e INL, a formulare degli indirizzi per la gestione dei periodi di caldo eccessivo. Quando la temperatura supera i 35 gradi, anche solo percepiti, e non c’è la possibilità di operare in luoghi protetti dal sole, l’Inps ha previsto la possibilità di ricorrere alla Cassa integrazione. Noi riteniamo che forse per troppi anni ci siamo occupati più degli eventi meteo invernali, mentre è arrivato il momento di occuparci degli eventi meteo estivi, con un intervento organico sul tema, a partire dai 35 gradi all’ombra, che vanno rivisti al ribasso per i lavori edili, specialmente per quelli in quota”.

“Nei cantieri – aggiunge il sindacalista della Cisl – si eviti di mettere a rischio la salute dei lavoratori per il caldo. I rischi da stress termico non sono da sottovalutare, e ci sono strumenti a disposizione delle aziende, proprio come la Cigo, che consentono di tutelare la salute e la sicurezza dei lavoratori senza alcun danno per le imprese. Snellire ulteriormente l’iter per chiedere questa misura non potrà che facilitare il compito e aumentare ancora di più le tutele per i lavoratori. L’edilizia deve stare al passo con i cambiamenti climatici in atto, non solo per la qualità del costruito ma anche per il benessere, la salute e la sicurezza dei lavoratori.”, conclude Pelle.

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